Enrico IV è una celebre opera teatrale in tre atti scritta da Luigi Pirandello e rappresentata per la prima volta nel 1922 al Teatro Manzoni di Milano. È considerata uno dei suoi capolavori, insieme a Sei personaggi in cerca d'autore e Così è (se vi pare).
La trama ruota attorno a un nobile che, durante una cavalcata in maschera, cade da cavallo e impazzisce, convincendosi di essere l'imperatore Enrico IV di Franconia. Viene quindi tenuto rinchiuso in una villa arredata come una corte medievale, con servitori che interpretano il ruolo di consiglieri e cortigiani, per assecondare la sua follia.
Anni dopo, i suoi parenti e amici, tra cui la sua antica fiamma Matilde di Toscana e il suo amante Belcredi, decidono di sottoporlo a una terapia psichiatrica sperimentale, sperando di farlo guarire. La terapia prevede di ricreare l'ambiente e le circostanze dell'incidente che lo ha portato alla follia, sperando che lo shock lo riporti alla realtà.
Tuttavia, si scopre che Enrico IV è guarito dalla sua pazzia da molti anni, ma ha scelto di continuare a recitare la parte dell'imperatore pazzo per sfuggire alla realtà del mondo esterno, che considera ipocrita e insopportabile. Questa finzione gli permette di controllare la sua vita e il suo ambiente, evitando il confronto con il passato e con le sue responsabilità.
Il dramma raggiunge il suo culmine quando Belcredi provoca Enrico IV, accusandolo di codardia e di aver sprecato la sua vita nella finzione. In un impeto di rabbia, Enrico IV pugnala Belcredi, uccidendolo. Questo atto lo condanna a vivere per sempre nella sua prigione dorata, costretto a impersonare il ruolo dell'imperatore pazzo per evitare le conseguenze legali del suo omicidio.
I temi principali dell'opera sono la follia, la maschera, la finzione e la realtà. Pirandello esplora la difficoltà di distinguere tra apparenza e sostanza, tra sanità e pazzia, e il ruolo che la società e le convenzioni sociali giocano nel plasmare la nostra identità. L'opera solleva interrogativi sulla natura della verità, sulla responsabilità individuale e sulla possibilità di fuggire al proprio destino.
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